LA MACINA DEI CEREALI

Esperienza condotta dagli alunni delle classi 3aA e 3aB: come producevano la farina gli uomini primitivi?

Dalle Indicazioni Nazionali: “La tecnologia si occupa degli interventi e delle trasformazioni che l’uomo opera nei confronti dell’ambiente per garantirsi la sopravvivenza e per la soddisfazione dei propri bisogni”.

Nel mese di febbraio gli alunni delle classi 3aA e 3 aB della Scuola Primaria F. Montesi hanno approfondito in ambito storico il periodo Neolitico e in particolare si sono calati nei panni degli uomini primitivi provando ad usare la loro tecnologia.
Hanno immaginato di essere bambini primitivi: “Ciao, mi chiamo Foxion e ho dieci anni. Ho una sorella di nome Lizi che ha sette anni. È la mia mamma, insieme a tante altre nel villaggio, che si occupa della macina dei cereali. Prende i semi conservati nei nostri vasi di argilla, li versa nella macina di pietra e inizia a macinarli con un macinello. Quando si stanca di produrre la farina in questo modo, io l’aiuto e prendo il suo posto. È un lavoro lungo e faticoso! Così produciamo farina per tutto il villaggio”.
Perché non provare anche noi a produrre farina in questo modo?

Ci siamo procurati dei semi di farro che è un cereale antichissimo. È stato persino trovato nella bisaccia di Otzi, l’uomo del Similaun ritrovato sotto i ghiacci in Val Senales e conservato nel Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano.
Con una macina, costituita da una grossa pietra ruvida e un macinello che è un pietra più piccola che va avanti e indietro, ci siamo messi all’opera.  Attenzione! I chicchi non vanno battuti ma schiacciati avanti e indietro con il macinello, in modo da frantumarli.
Alla fine abbiamo setacciato tutto: nel colino è rimasta la “buccia” che è la crusca e nel piatto è passata la farina.
Come è faticoso però produrre così la farina e quanto tempo serve per questo lavoro!

La docente  Loredana Arceci